Tra le prime volte di bimbi e genitori, lo svezzamento è forse quella che più preoccupa.
Svezzare significa “togliere il vizio”. Immagino un gruppo di autoaiuto per neonati: da 10 giorni non tocco latte. Coi sinonimi va peggio: slattare o spoppare. Per me svezzare non è sottrarre ma aggiungere: costruire, pezzettino dopo pezzettino, il rapporto col cibo e porre i primi mattoncini del viaggio alimentare.
All’inizio è divertente: immortaliamo la faccia del primo assaggio, disgustata o incuriosita da quella novità molle e giallina. Poi è tutto un punto interrogativo. Leggiamo libri e articoli e frequentiamo corsi di disostruzione pediatrica. Eppure, a decidere se, quanto e quando mangiare sarà solo il bambino.
Io ho due buone forchette, come la mamma! Con Matteo preparavo tutto. Ma per i “gusti” che non amavo o che non si frullavano bene, acquistavo gli omogeneizzati e mi sono spesso orientata su Mellin: facilmente disponibile nei supermercati, buon rapporto qualità/prezzo e soprattutto Matteo li gradiva.
Federico, complice la compagnia del fratello, è sempre stato curioso nei confronti del cibo e da subito ha cercato di mangiare in autonomia, lanciando il piatto per aria con pappe semiliquide o frullati di ogni genere. Lui voleva i pezzettini! Siamo entrati direttamente nella fase di svezzamento avanzato, quello in cui sembra voglia solo il papà mentre sta semplicemente chiedendo “pappa”!
E ho scelto, tra le altre, la gamma di Mellin Primi dentini, che ai tempi di Matteo non esisteva. È proprio vero che col secondo si è più pratici, soprattutto se si ha consapevolezza di cosa scegliere. Si tratta di alimenti a base di carne e frutta, senza sale e zucchero aggiunti, con piccoli pezzi di consistenza e dimensioni adatte dagli 8 mesi. Così lui era soddisfatto e io lo aiutavo ad avvicinarsi agli alimenti solidi senza ansie.
È un ottimo compromesso per mamme timorose o in cerca di praticità: i vasetti di frutta li uso ancora e diventano comodi contenitori. Portando il pranzo al nido, poi, mi servono scorte di emergenza per le baby-schiscette!
A tavola non manca mai la sperimentazione: con disapprovazione delle nonne, lascio che provi le consistenze prima che con la bocca, con mani, capelli e spesso tutto il resto. Il pavimento è irriconoscibile, mentre io sono decisamente riconoscibile come “mamma in svezzamento” per i miei outfit spesso macchiati.
Ora il tempo dello svezzamento è quasi finito, Credo che il nostro happyend sia il risultato di una semplice ricetta: pappe, amore e fantasia, frullati con una routine di piccoli passi, esperimenti e gioco.
[post in collaborazione con Mellin]
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