Mi sveglio, e sono già due anni.
Torno indietro con la mente e vado un po’ avanti. Perché tutto è iniziato prima del primo bacio in clinica. Sì, c’era stato un altro primo bacio, con il suo papà. Ma no, quello è troppo indietro. Allora accelero, verso la prima volta che mi ha chiamato mamma. E indietro, alla prima volta che ho sentito il suo cuore far sobbalzare il mio. La foto appena nato, uguale all’ecografia; la foto di oggi, così diversa da quella del suo primo compleanno.
Avanti e indietro: dal primo pannolino alle prime mutandine, dalla pasta al sugo voracemente divorata alle poppate lente e placide, dal bagnetto in un minuscolo fasciatoio agli allagamenti quotidiani di un intero appartamento. E così avanti e indietro, con i ricordi che rimbalzano come una delle palline che colleziona, presagio di una serie di giochi “da maschio” a cui non sarò mai abbastanza preparata. Uno yoyo di pensieri, tra la voglia di vederlo crescere e il bisogno di fermare il tempo e cullarlo così per sempre. Sono due emozioni così dolci e così struggenti, ma così opposte, che mi verranno le smagliature al cuore. E anche al cervello, se non la smetto con questi lacrimoni per iniziare finalmente a godermi questa fantastica giornata con il mio splendido ometto di 2 anni!
I lunghi discorsi, i mille perché che testano la tua cultura generale e anche la tua fantasia, le risposte che non ti aspetti, i progressi rapidi, le cose fatte come le farebbe un adulto. Ogni età ha la sua bellezza, ma questa è una fase di grandi conquiste per lui e gioia e soddisfazione continua per me.
E dall’anno scorso continuo a dire che la festa è anche mia: io festeggio due anni da mamma, e mai cambierei una virgola della mia vita, solo perché mi ha portato a queste due candeline. Non importa se negli anni, nel lavoro, nella salute, abbia aperto una porta piuttosto che un’altra: sono qui e non vorrei essere da nessun’altra parte, perché oggi c’è Matteo che compie 2 anni (e c’è una grande festa da organizzare).
Da poco ho letto che esiste in economia il cosiddetto e curioso effetto San Matteo. Un caso? Secondo me un destino! In breve, si tratta di un concetto per cui “i ricchi si arricchiscono sempre più, i poveri si impoveriscono sempre più”. Si chiama così perché si ispira al versetto 25, 29 del Vangelo di Matteo che recita: “a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”.
Ebbene: io sono ricca grazie a Matteo. Mi ha donato una felicità enorme che è destinata a crescere. cumularsi e amplificarsi come una palla di neve fatta rotolare su una superficie scoscesa. E quindi basta nostalgia per il batuffolo che era, basta pensare a fermare il momento dell’ometto che è. Elisa canta “a ogni compleanno vai un po’ più via da me”. Via, facciamolo crescere ‘sto bambino, libero e felice, stando al suo fianco e non portandolo sempre in braccio. Dopo qualche mia difficoltà affrontata in questa prima fase del 2015, ho capito che non ho nessun timore di vederlo crescere e andare nel mondo. Il mio desiderio più sincero di mamma è vederlo diventare grande ed esserci più a lungo possibile per godermi questo spettacolo.
Buon secondo compleanno Matteo!
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