Intervista a Luca Gasole: vi racconto tutti i progetti all’aria aperta per i bambini di Cagliari
Se siete genitori di Cagliari e hinterland e vi piace andare alla ricerca delle migliori esperienze di gioco e formazione per i vostri bambini, vi sarete certamente imbattuti in questo nome: Luca Gasole.
Laurea in psicologia dell’apprendimento e benessere psico sociale, due bambini di 6 e 4 anni, una grande passione per la psicomotricità, il Circo, la natura e tutte le possibilità che essa offre alle passioni appena elencate. Una grande risorsa per noi genitori, con i tanti progetti portati avanti nell’ambito dell’Outdoor Education. Le sue proposte formative non si rivolgono solo ai bambini ma anche agli insegnanti e agli operatori culturali, da Cagliari a tutta l’Europa.
Poiché nei dialoghi con altre mamme ho capito che c’è tanta confusione (Sì ho letto qualcosa, fanno progetti davvero fighi. Ma io non posso portare mio figlio d’inverno a fare attività all’aria aperta. – Mi si ammala la bambina! – Mio marito non è d’accordo! – Ma se piove finisce come Peppa Pig. – Preferisco un laboratorio in cui faccia anche qualcosa), ho pensato di intervistare Luca per farci raccontare i suoi progetti.
10 domande a Luca Gasole e la Vita da Elfi
Ciao Luca, parliamo di Outdoor Education. Non solo asili nel bosco, ma anche orti urbani, fattorie didattiche, agrinidi: il fuori si fa palcoscenico educativo e l’ambiente stesso diventa luogo di formazione, non solo per i piccoli ma per tutti.
Con il termine Outdoor Education intendiamo un orientamento pedagogico che dalla Scandinavia sta arrivando qui al sud, attraverso il quale valorizzare e interpretare gli ambienti esterni quali validi luoghi esistenziali di crescita e apprendimento, dove poter ricreare dei contesti facilitanti in cui accompagnare i partecipanti in percorsi di crescita individuale e di gruppo.
Il motto dei tuoi progetti è “non esiste il cattivo tempo, solo abiti sbagliati”. Pensiamo ai Paesi Scandinavi, dove queste attività sono la norma, eppure il clima non è certamente mite come in Sardegna. Quali sono le difficoltà maggiori che i genitori sardi incontrano quando sentono parlare di attività all’aperto anche d’inverno e con qualsiasi temperatura?
Sicuramente la prima difficoltà che si incontra è immaginare il proprio bambino giocare sotto la pioggia, nelle pozzanghere o in un giorno di forte vento di maestrale in un pomeriggio di febbraio, perché solitamente la nostra cultura considera questi come giorni di “brutto” tempo, durante i quali meglio rifugiarsi per non prendersi malanni.
La paura del malanno vince anche sulla presa di coscienza che i virus e relative possibilità di contagio abbiano più facilità e vita in ambienti riscaldati, per esempio le classi di scuola, piuttosto che in un ambiente sano, fresco e arieggiato come un parco o una foresta, dove i bambini hanno un ampio spazio vitale personale a disposizione. Inoltre, coprendosi adeguatamente, un corpo (sano) in movimento genera calore, è capace di adattarsi alle condizioni climatiche e sviluppare capacità di termoregolazione (competenza da sollecitare che ci rende più forti). Io ho smesso di ammalarmi da quando, a 16 anni, ho iniziato a surfare e andare in montagna d’inverno!
La seconda difficoltà credo che sia portare i propri figli a vivere esperienze differenti dal proprio stile di vita, e in quanto tali considerate “pericolose o mal sane”.
Nella mia famiglia siamo tutti e quattro amanti del mare e delle onde: è nostra abitudine e cultura andare al mare d’inverno quando arrivano le mareggiate e le perturbazioni. Durante i temporali noi fremiamo di gioia perché sentiamo che arrivano le onde! Per noi è dunque normale stare con i figli all’aria aperta in qualsiasi periodo dell’anno. Per altri è e sarà sicuramente una nuova e interessante esperienza da provare.
Oggi sono più i genitori impauriti o quelli che si lanciano perché hanno compreso le potenzialità dei progetti?
Difficile dirti questo perché effettivamente chi arriva da noi, chi ci contatta, ha già superato lo scoglio della paura ed è interessato a partecipare.
Quello che sto notando e che i più avventurieri sono i “nuovi” genitori dei bimbi tra i 3 e i 6 anni: ne stiamo incontrando parecchi, con nostra grande felicità.
Ad esempio il progetto Sabato da Elfi, che si svolge presso la Foresta dei Sette Fratelli con bimbi e bimbe dai 3 ai 6 anni, quest’anno sta avendo un grandissimo seguito, più dell’anno scorso: abbiamo attualmente una gruppo di ben 13 elfetti!
Cosa mettono i bambini nello zainetto per partecipare: cosa non deve mai mancare?
Quello che non deve mancare più che nello zainetto ma addosso è un abbigliamento adeguato alle condizioni climatiche: se piove una bella cerata salopette e stivaletti per la pioggia, sotto la quale vestirsi in base al clima. E nello zainetto una sana merendina ed un eventuale cambio vestiti.
I bambini che iniziano questi progetti riescono a coinvolgere tutta la loro famiglia e anche i genitori riescono a godere degli effetti positivi delle esperienze fatte. Quali sono i feedback che ti hanno dato più soddisfazione?
Se i bambini hanno la fortuna di partecipare è grazie alla volontà dei genitori, i quali inevitabilmente si trovano in un contesto naturale (urbano ed extraurbano) in periodi e situazioni nelle quali probabilmente non si sarebbero trovati.
Ad esempio l’anno scorso durante il progetto All’Aria Aperta a Monte Urpinu, ci siamo incontrati più volte all’ingresso del parco sotto la pioggia con cerate e ombrelli, tutti con il sorriso stampato in faccia; o ricordo dei tramonti spettacolari, spettinato da un freddo maestrale di febbraio al parcheggio di Molentargius, al rientro dalla pedalata del Sabato.
I feedback più belli sono vedere ogni giorno a fine giro i bambini felici che vanno incontro ai genitori sorridenti e incontrarci tutti carichi la settimana successiva.
Parliamo dei progetti attivi che porti avanti in questo momento. Il primo si chiama “All’aria aperta” nella doppia versione per bambini dai 4 ai 6 anni e dai 6 ai 10 anni.
All’Aria Aperta nasce come gruppo di gioco in natura. Il percorso ha come obiettivo offrire ai partecipanti la possibilità di vivere piccole avventure ed esplorazioni in differenti condizioni climatiche e stagionali (vivendo i cambiamenti stagionali attorno a noi). E’ fantastico giocare sotto un albero che nei mesi cambia colore, osservare il comportamento dei pavoni nei diversi mesi dell’anno, fare un acquarello utilizzando l’acqua piovana…
E in parallelo valorizzare quello che il momento presente ci offre per inventare nuovi giochi.
Il secondo è Circolando Urbano extraurbano, per bambini dai 6 ai 10 anni. Una pedalata in bicicletta ma non solo…
Sì, la bicicletta in questo progetto è il nostro mezzo ecologico per andare verso la scoperta ed esplorazioni dei luoghi dove fermarci e giocare. Ogni sabato il gruppo manifesta il desiderio di dove andare e si va a giocare (al mare, al parco e il resto viene da sé) .
Questi progetti fanno capo all’associazione Punti di Vista con cui porti avanti anche altre attività. Qualche esempio?
Sì, con l’associazione Punti di Vista, in compagnia della mia collega Mara Lasi, da 4 anni portiamo avanti il progetto madre di tutte queste proposte outdoor: Vitadaelfi natura, circo, Esplorazioni, progetto residenziale in foresta (e blog relativo) destinato ai bambini dai 7 ai 14 anni.
C’è qualche novità che bolle in pentola?
Come novità, da un anno ad oggi stiamo approdando nella scuola pubblica portando avanti un progetto di formazione docenti in educazione all’aria aperta per le scuole pubbliche di ogni ordine e grado, La scuola degli Elfi, per poter svolgere scuola anche all’aperto (la natura quale classe senza tetto).
In natura troviamo tutto ciò che studiamo nei libri. Andiamo a toccarlo con mano, facciamone esperienza e poi magari in un secondo momento andiamo a ricercare nei libri quella conoscenza di cui abbiamo fatto esperienza!
Il progetto, attivato l’anno scorso con le materne del Satta, quest’anno si sta espandendo anche alle classi di 1a elementare del Satta e Santa Caterina.
Dove possiamo trovarti online per contattarti direttamente per saperne di più?
On line trovate il blog del progetto Vitadaelfi, su Facebook le pagine dell’ associazione Punti di Vista, Vitadaelfi e la mia personale.
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