Cagliari e i suoi giocattoli
Cagliari custodisce dei segreti meravigliosi che è ora di portare allo scoperto e far conoscere a tutti.
Io per esempio l’anno scorso ho seguito le tracce di alcuni indizi legati a oggetti fantastici. Mi sono persa nel quartiere di Castello come una giovane detective alla scoperta di Cagliari e i suoi giocattoli. E finalmente ora metto insieme i pezzi.
I giocattoli in vetrina da Contus de Arrejolas
Sono approdata in un piccolo museo in via Lamarmora, Contus de Arrejolas, (in sardo Racconti di mattonelle). Mercedes Mariotti, la curatrice di questo piccolo luogo di tesori, ha creato con le sue sole forze un vero e proprio museo nello spazio che, una volta, era il suo laboratorio di ceramica. Restaurandolo, ha trovato mattonelle di maiolica delle più diverse origini, sarde ma anche napoletane e spagnole. Ha raccolto 126 storie, per la precisione, arrivate insieme alle riggiole recuperate negli scavi nel quartiere, prima come impegno personale, e poi donate dagli abitanti della zona. Ciascuno entrava con in mano una mattonella e nel cuore una storia da rendere eterna. E così oggi il conteggio arriva a 200, con il riconoscimento della Sovrintendenza per i Beni Culturali del valore storico-artistico della collezione, che ha potuto così essere iscritta all’Associazione nazionale dei piccoli musei.
Sono entrata anche io, ho ascoltato molte di queste storie, tante di signore una volta bambine, e tante di ragazze che vedendo queste mattonelle hanno riconosciuto qualcosa di familiare, ripensando alla casa dei nonni, e sono entrate per contribuire con ricordi e dettagli. Ho visto buchi nei muri, per farsi invisibili o raggiungere altre case o ripararsi durante le guerre, ho scoperto cisterne segrete che raccoglievano acqua, ho riempito la vista di monili ingegnosi di decenni fa, realizzati da quelli che oggi definiremmo veri problem solver! Un’esperienza arricchente e direi inaspettata in cui vi consiglio davvero di immergervi: io ero entrata a chiedere informazioni su alcuni giocattoli esposti in vetrina, facenti parte di una speciale collezione. E da lì ho scoperto che a Cagliari ha vissuto un’altra donna che pochi conoscono.
La collezionista di bambole: Nella Crestetto Oppo
La prossima volta vi sedete sui gradoni accanto al Libarium a sorseggiare un bel Mojito, alzate lo sguardo. Troverete una targa con su scritto: C’era una volta una regina. Abitava proprio in quel palazzo Nella Crestetto Oppo, la Signora delle bambole, ed era un’amica di Mercedes (indovinate chi ha realizzato la targa?). Una donna con una passione smodata per le bambole e i giocattoli, che sognava, prima di finire tragicamente, di regalare la sua collezione alla città. In realtà non abbiamo saputo farne tesoro: una parte è custodita in scatole e un’altra è stata venduta al Museo del Giocattolo di Zagarolo (Roma). Non è mica così facile il braccio di ferro tra bellezza e burocrazia!
E siccome non c’è due senza tre, il filo delle ricerche mi ha portato a conoscere un’altra donna: Maria Antonella Fontana.
La collezione Fontana: il museo di bambole e giocattoli di Cagliari. Da non perdere!
Alla sua collezione dedico un post a parte. Una promessa fatta l’anno scorso, la prima volta che sono stata nella sua casa delle bambole. E prendetemi in parola: non una casetta di legno, ma un vero appartamento senza cucina, senza letti, solo bambole, giochi, e armadi per ospitarli. Troppo per metabolizzare tutto in un solo incontro. E così quando ho letto che quest’anno ha trasformato quella casa in un piccolo museo, sono andata nuovamente a immergermi nel suo mondo, per trovare le parole per raccontarlo.
Leggi l’articolo sulla Collezione Fontana di bambole e giocattoli
Flora: il ristorante di Cagliari tutto da giocare!
Flora è uno dei ristoranti che amo di Cagliari. Nel suo giardino d’inverno andiamo quando ci viene voglia di spaghetti al cartoccio e di polpette buonissime. Il proprietario, poi, è una persona le cui storie vale sempre la pena ascoltare. Io e mio marito compiamo gli anni a luglio, e ci ritagliamo due pranzi da soli. Io ho scelto di andare qui proprio perché il sentiero del giocattolo mi ci ha portato, e mi si è aperto un altro mondo fatto di piccoli gioielli da collezione. Beppe De Plano mi ha raccontato che quando lui era piccolo c’era la guerra e i bambini non avevano giocattoli. Così da grande ha deciso di volere tutti i giochi che gli erano mancati negli anni, e ci ha preso gusto. Ha dato vita così alla collezione di giocattoli del Flora, perché lui stesso ha sentito il bisogno di non lasciarla chiusa in una cantina. Ha così allestito delle originali vetrine che si possono ammirare lasciando da parte l’ascensore e percorrendo le scale del suo albergo in via Sassari.
La collezione comprende giochi “poveri” e giochi sofisticati, di quelli che piacciono agli adulti più che ai bambini. Partono dalla fine dell’Ottocento e arrivano agli anni ’80 del Novecento. C’è il trenino Rivarossi, il suo sogno di bambino, ci sono bambole in costume sardo, tantissimi modellini di aerei, sommergibili, auto, robot e soldatini di piombo, tutti catalogati con nome, materiale, casa produttrice e anno. Sono 300, in rappresentanza dei 3000 che compongono il puzzle di questo sogno di bambino diventato realtà. Non finisce qui, perché Beppe De Plano colleziona anche argenti e pezzi di antiquariato, ed è possibile unire un pranzo o una cena alla vista di tutta questa bellezza disseminata nel suo locale.
Bar Giardino: cappuccino e e alta sartoria in miniatura!
Un’altra storia sul filo del gioco arriva dal Bar Giardino, in via Campania a Cagliari. Maria Pitzalis, la proprietaria, ha collezionato nel tempo 80 manichini mignon che non arrivano a 30 cm, rivestiti di abiti della più pregiata qualità sartoriale. Sono stati realizzati da un artista romano e confezionati con dedizione maniacale per i dettagli in seta, velluto, orbace, organza, pelle e altre stoffe pregiate.
Museo del Giocattolo Tradizionale della Sardegna
Le tracce dei giocattoli superano i confini di Cagliari e arrivano in tutta l’Isola.
Ad Ales, in provincia di Oristano, è nato il Museo del Giocattolo Tradizionale della Sardegna. Troverete 200 giocattoli ricostruiti fedelmente dagli alunni della Scuola Media Statale di Ales, coordinati dal Prof. Nando Cossu, Ogni gioco riproduce fedelmente quello dei nonni, impiegando principalmente materiale di origine naturale (canna, legno, corda, sughero) o materiale di recupero, come latta o scampoli di tessuto. Il percorso museale intende diffondere la conoscenza delle tecniche costruttive impiegate per realizzare i giocattoli della tradizione sarda, raccontarne diffusione, usi e aneddoti.
Museo delle bambole di Santadi
Altra donna altro sogno di bambole. Realizzato. Maddalena Ibba ha messo su una collezione invidiabile di 1500 bambole e ne ha fatto un’esposizione permanente: il “Museo delle bambole” del Sulcis Iglesiente. Dove? A casa sua. Sapete, la burocrazia…
Un corso per costruire giocattoli
Ho scoperto che in castello, in via Lamarmora, c’era fino a qualche decennio fa il bambolaio, ossia un posto dove ci si poteva recare a “curare” le proprie bambole. Soprattutto a sistemare i capelli. E pazienza, se entravano more e spelacchiate e uscivano bionde e stoppose…
Se tutte queste curiosità vi avessero fatto venire voglia di fare un giretto nelle vostre cantine, o in qualche mercatino dell’usato, o di avvicinarvi in qualche modo al mondo del giocattolo, vi segnalo questo corso che mi è arrivato fresco fresco nella casella di posta:
Scuola di arti manuali applicate al giocattolo, organizzato dall’Albero delle meraviglie. Un corso in 4 moduli, da ottobre ad aprile: ci si avvicina alla pedagogia steineriana e – perché no? – si impara a costruire giocattoli!